“Una mattina…”. Presidente, colleghe e colleghi, esponenti del Governo, in Aula e in Commissione in questi giorni abbiamo avuto modo, come Partito Democratico, di argomentare le nostre ragioni a sostegno della conversione del decreto, che è stato denominato “decreto Agosto”. Lo abbiamo definito, nel dibattito, un ponte tra due diverse fasi della crisi pandemica. Infatti, nel decreto prosegue l'impegno per rafforzare il sistema sanitario e per sostenere le famiglie e le imprese e, allo stesso tempo, si mettono le basi per preparare il Paese all'appuntamento decisivo del Recovery Fund.
Nel decreto si interviene, come abbiamo argomentato nel dibattito, con norme e risorse per il lavoro, il sostegno alle imprese, il fisco, gli enti territoriali. Con un ampio lavoro svolto al Senato è stato integrato e modificato e sono stati cambiati alcuni aspetti del provvedimento, che mette in campo interventi per 25 miliardi di euro, in termini di indebitamento netto, e 32 miliardi di euro di saldo netto da finanziare, portando così la risposta complessiva dell'Italia alla crisi, sempre in termini di indebitamento netto, a 100 miliardi di euro, pari a 6 punti percentuali di PIL, un impegno che, per dimensione e portata, risulta essere tra i più ampi a livello internazionale.
Mi si consentirà quindi di inquadrare l'approvazione del “decreto Agosto” nella più generale fase della politica economica del Paese. Dobbiamo ricordare - e l'andamento degli indicatori economici ce lo dice molto chiaramente - le enormi difficoltà che le famiglie, i lavoratori e le aziende hanno dovuto sopportare dalla fine di febbraio ad oggi.
Il difficile contesto nel quale il Governo e il Parlamento si sono trovati a operare ha richiesto di adottare una strategia articolata su diversi piani, dovendosi assumere decisioni che non erano mai state prese in passato. Non esisteva una cassetta degli attrezzi per affrontare l'impatto e le conseguenze della pandemia. Nessun Paese al mondo era adeguatamente preparato, e ciò lo si è visto chiaramente.
Nei primi mesi, il contenimento della diffusione del contagio e la salvaguardia della salute hanno richiesto l'adozione di misure precauzionali sempre più stringenti. Queste misure hanno avuto una pesante ricaduta sul tessuto economico, che ha vissuto, in pochi mesi, la peggiore caduta del prodotto interno lordo della storia repubblicana. La crisi ha prodotto, e sta producendo, effetti economici, sociali e sanitari molto diversi, a seconda del territorio, dei livelli di reddito, del genere e della generazione a cui si appartiene. Il turismo e i trasporti, il commercio e la ristorazione, lo sport, lo spettacolo, il comparto degli eventi e, più in generale, tutti quei settori che richiedono l'assembramento umano hanno sofferto cali di fatturato superiori alla media e tuttora risentono degli effetti economici della pandemia e della persistente incertezza sul futuro. Le famiglie a basso reddito sono state fortemente colpite, così come più marcato è stato l'impatto sulle donne, per le quali è stato ancora più difficile conciliare le esigenze lavorative con quelle di cura. Le giovani e giovanissime generazioni hanno dovuto fronteggiare un secondo semestre dell'anno scolastico particolarmente difficile che, tra l'altro, ha evidenziato diseguaglianze digitali significative all'interno della popolazione.
Per affrontare una situazione così grave, il Governo e il Parlamento hanno adottato interventi economici imponenti, a cui va aggiunta l'entità, senza precedenti, delle garanzie pubbliche che sono state poste sulla liquidità bancaria. L'insieme delle risorse ha finanziato provvedimenti volti a limitare le conseguenze della pandemia sui redditi delle famiglie, sui livelli occupazionali e sulla tenuta del sistema produttivo, oltre a garantire al sistema sanitario le risorse necessarie.
Nel confronto internazionale, l'insieme delle misure di politica sanitaria e di politica economica si è rivelato, ad oggi, tra i migliori, riuscendo a garantire un efficace contrasto alla diffusione del virus e, al contempo, la maggior tutela possibile dei redditi e della capacità produttiva. Ad esempio, in particolare, a fronte di un crollo del PIL stimato al 9 per cento nel 2020, l'occupazione è prevista ridursi di meno del 2 per cento; le misure introdotte da Governo e Parlamento hanno anche attutito l'aumento della povertà e delle diseguaglianze nel nostro Paese. A causa del crollo del prodotto interno lordo, del conseguente calo delle entrate fiscali e della politica di bilancio espansiva, il rapporto tra debito pubblico e PIL è previsto che aumenti di oltre 23 punti percentuali; ciononostante la nostra Repubblica ha continuato a finanziarsi sui mercati dei capitali a tassi storicamente bassi in ragione della solidità dei nostri fondamentali e della risposta delle istituzioni europee. Negli ultimi giorni lo spread sui titoli di Stato si è fortemente ridotto, scendendo lievemente al di sotto delle dei livelli precedenti il COVID. Bisogna operare affinché esso scenda ulteriormente, ma va sottolineato che l'attuale livello del rendimento del Btp a 10 anni, in termini assoluti, è il più basso mai registrato. La politica monetaria messa in campo dalla Banca centrale europea, il nuovo approccio alle regole di bilancio in tema di aiuti di Stato e la scelta di introdurre finalmente strumenti di bilancio comuni alimentati da titoli europei, si sono rivelati essenziali per l'Italia e per l'area euro nel suo complesso. A questo cambio di strategia europea, decisamente differente rispetto a quella adottata nel decennio scorso, il Governo italiano e la maggioranza che lo sostiene hanno dato un contributo non marginale, in una discussione serrata a livello europeo che ancora prosegue e i cui effetti saranno importanti anche nelle prossime settimane e mesi. A partire dal mese di maggio l'economia italiana ha cominciato a riprendere, sorprendendo al rialzo la maggior parte dei previsori. Per il terzo trimestre, viene stimato ora un rimbalzo superiore, in termini percentuali, alla contrazione registrata nel secondo trimestre, pari al 13 per cento. Gli ultimi indicatori disponibili tracciano, infatti, un andamento in crescita nei mesi estivi per la produzione industriale, il settore delle costruzioni e il fatturato dei servizi. Le prospettive a breve termine sono circondate da una notevole incertezza, in particolare riguardo ai contagi nonché all'effettiva disponibilità di vaccini e all'efficacia delle nuove terapie; ma, al di là degli andamenti a breve termine, la politica economica deve progressivamente passare dalla fase della protezione del tessuto economico-sociale a quella del rilancio e della crescita. Le misure espansive della prossima legge di bilancio, sommate alle risorse del Recovery Plan, forniranno uno stimolo superiore al 2 per cento del PIL nel 2021; la crescita economica ne beneficerà significativamente.
In questo contesto bisogna discutere l'eccezionalità delle condizioni in cui ci apprestiamo ad approvare il “decreto Agosto” perché - diciamoci la verità - a tutti sarebbe piaciuto incidere di più, in questa Camera, su questo provvedimento; il collega Raduzzi ed io passeremo alla storia come relatori di un provvedimento così importante di cui non abbiamo modificato neanche una virgola, però i cittadini questo si aspettano da noi, cioè la capacità, in un momento difficile e di crisi, di mettere da parte i nostri interessi particolari, le questioni di partito e di unirci di fronte agli italiani.
Per questo insieme di ragioni, consapevoli che questo decreto è parte di uno sforzo più generale del Paese, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico e rinnovo l'appello a tutte le forze politiche ad una stagione di unità del Paese, al di là delle proprie collocazioni. Grazie.